Progetto Ubuntu

Le azioni previste dal Comune di Saluzzo nell’ambito del progetto “Ubuntu” riguardano l’organizzazione di mappature territoriali sui temi della comunicazione e la sperimentazione di un cambiamento narrativo che permetta di aprire un confronto privo di pregiudizi sui temi dell’immigrazione, in particolare sull’abitare/partecipare alla comunità. Tali azioni saranno portate avanti grazie alla collaborazione sia con gli operatori impegnati sul tema che sulla popolazione locale al fine di intercettare un centro fluido tra la popolazione saluzzese e identificare le migliori modalità di comunicazione con esso.

La rete già creata con i progetti precedenti, in particolare con il progetto Buona Terra, permetterà di ampliare il numero degli operatori coinvolti e faciliterà un coordinamento territoriale, sino ad ora assente, anche sui temi della comunicazione.

Tipologia di beneficiari

Il progetto “Ubuntu” insiste su un target che presenta sì un background migratorio, ma con prospettive di inserimento nel territorio più solide e con una progettualità di vita specificatamente mirata ad una permanenza di lungo periodo se non addirittura un trasferimento definitivo (es. molti servizi Caritas intercettano un’utenza composta prevalentemente da giovani uomini soli spesso di origine africana sub-sahariana, mentre il progetto “Ubuntu” potrà dare la possibilità di intervenire anche su nuclei famigliari, persone e nuclei di diversa origine ed età).

Modalità di intervento

Le modalità di intervento finora attuate dalla Caritas di Saluzzo l’hanno vista come attore principale o partner di progetti / servizi mentre il progetto “Ubuntu” è partito da una fattiva co-progettazione e prevede non solo un coordinamento con gli altri partner, ma anche un coinvolgimento concreto di altri attori sociali del territorio (es. Associazioni e gruppi informali) finora esclusi da una rappresentanza nei tavoli istituzionali di confronto, ma molto presenti e riconosciuti dalla comunità territoriale per il proprio ruolo di supporto all’integrazione e dialogo interculturale; importante anche la condivisione di una formazione comune e di modelli di intervento coordinati e condivisi, che vedano una commistione di operatori professionali e volontari, cittadini attivi.

Accompagnamento individuale e personalizzato

Il progetto rafforzerà un modello di presa in carico che vede nella specificità del percorso di accompagnamento un elemento rafforzativo dell’intervento complessivo sulla persona / nucleo.

Intermediazione immobiliare solidale

Il progetto permetterà di attivare per la prima volta sul territorio un intervento strutturato di “intermediazione immobiliare” volto a intercettare il disagio abitativo e il rischio di emarginazione, lavorare sull’inserimento nella comunità territoriale grazie alla creazione di strumenti di garanzia (Fondo Case, rete di operatori e volontari per un confronto con agenzie e affittuari) andando ad agire concretamente in termini di orientamento al mercato immobiliare, confronto con gli affittuari, inserimento nell’abitazione e nel contesto di vicinato.

Un nuovo modello di accoglienza abitativa

Il progetto permetterà di sperimentare, attraverso la creazione dell’Ostello Sociale e il modello di supporto tramite sponsorship, un’integrazione abitativa nel territorio che non risponde più all’emergenza (es. come per i progetti/interventi sui braccianti stagionali o sui senza dimora), ma che guarda ad un inserimento stabile e duraturo della persona/nucleo nel territorio, supportato dall’accompagnamento della rete di protezione sociale formata da operatori e volontari.

Un nuovo modello comunicativo condiviso e integrato

Per la prima volta, grazie al progetto, il tavolo di confronto, lavoro e concertazione con i partner (Comune e Consorzio) e con gli attori sociali / istituzionali del territorio include un’attivazione rispetto a buone pratiche del comunicare; finora ciascun attore ha curato la propria comunicazione e il proprio posizionamento strategico sul tema, senza tuttavia mai attivare un confronto e un lavoro comune che potesse costruire un glossario, un approccio e una strategia comunicativa condivisa.

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