Grazie ai volontari la Colletta è solidale

Sono da poco passate le nove di mattina quando un gruppetto di volontari, i volti e le mani coperti da mascherine e guanti, varca il cancello di corso Piemonte 63 per iniziare le operazioni di stoccaggio dei primi generi alimentari arrivati grazie alle donazioni della Colletta Alimentare Straordinaria lanciata dal Comune di Saluzzo in collaborazione con il Consorzio Monviso Solidale, la nostra Caritas e l’associazione Papa Giovanni XXIII.

I volontari, mantenendo le debite distanze, ascoltano le indicazioni del nostro operatore che spiega come tutto il cibo donato vada suddiviso per poi essere consegnato ad associazioni, enti e progetti di solidarietà che si occuperanno di raggiungere persone già seguite dai servizi della nostra Caritas, la maggior parte scivolate nella povertà per la crisi economica generata dal Coronavirus.

L’AIUTO DAL TERRITORIO PER IL TERRITORIO

Fra i volontari ci sono anche Giulia e Monica di Piasco e Busca. Al termine della mattinata porteranno alcuni degli scatoloni preparati in Valle Varaita per far arrivare gli aiuti della Colletta Alimentare anche ai Comuni limitrofi.

I prodotti alimentari e di uso quotidiano arrivati alla nostra Caritas sono diversi: pasta, sugo, detersivo per i piatti e dentifricio. La maggior parte arriva dai saluzzesi che nei supermercati aderenti hanno fatto una “Spesa Solidale”. Nella prima mezz’ora riusciamo a riempire 6 scatoloni, incastrando ogni prodotto con attenzione e cercando di mantenere il più possibile le distanze. Tutti insieme, volontari e operatori Caritas, lavoriamo rapidi e distanziati: come le lancette di un orologio entriamo ed usciamo dal Pozzo senza mai incrociarci. C’è chi riempie le scatole, chi suddivide i prodotti sul tavolo, chi esce per riporre i pacchi nel cassone del furgone e nelle auto delle volontarie.

Nonostante le distanze e i dispositivi di protezione, riusciamo a chiacchierare, cercando di vedere le espressioni gli uni degli altri attraverso le mascherine, un modo per ristabilire un po’ di normalità.

LE CONSEGNE: L’EMPORIO E IL PROGETTO “UN SORRISO”

Una volta conclusa la preparazione dei pacchi destinati alla Valle Varaita, salutiamo Giulia e Monica e iniziamo ad organizzare il resto della logistica. Ci attendono due consegne in giornata: una all’Emporio della Solidarietà in piazza Vineis, l’altra ai volontari del progetto “Un Sorriso” che dall’inizio della quarantena ha deciso di aiutare le famiglie in difficoltà attraverso la distribuzione di pasti caldi.

Gli scatoloni destinati all’Emporio sono già pronti per essere trasportati: oltre ai classici prodotti di uso più quotidiano ci sono anche 300 colombe donate da aziende locali (Balocco e Albertengo) alla Caritas. Anche questo è un messaggio di solidarietà e un invito a festeggiare questa Pasqua attraverso un simbolo in grado di riportare un po’ di desiderata normalità. Usciamo a bordo del furgone e percorrendo le strade semi deserte di Saluzzo ci rendiamo conto di quanto l’isolamento

abbia cambiato i tratti della città. Nel corso principale passeggiano pochissime persone: volontari della Protezione civile, qualche signora che rientra frettolosa con la spesa, alcuni che portano a passeggio il cane assaporando pochi minuti all’aria aperta.

Accompagnati da Marco, un giovane volontario, percorriamo la breve distanza che divide corso Piemonte dall’Emporio. Durante il tragitto ne approfittiamo per chiacchierare: Marco vive a Verzuolo e fa l’apicoltore. Sotto la mascherina si intuisce un sorriso quando racconta la bellezza  del suo mestiere e le piccole difficoltà che, inevitabilmente, incontra ogni giorno.

Arrivati all’Emporio veniamo accolti da Franco che ci aiuta a scaricare e trasportare i numerosi pacchi. Alla fine ci ringrazia calorosamente e ci augura buona Pasqua.

La seconda consegna, invece, ci porta in un altro punto di Saluzzo, in un ristorante che collabora con il progetto “Un Sorriso”. L’iniziativa, nata grazie ai volontari dell’ANC, prepara ogni giorno pasti caldi, a pranzo e a cena, consegnati quotidianamente attraverso la Protezione civile a singoli o famiglie, segnalati anche dalla nostra Caritas.

A loro consegnamo alcuni chili di pasta, sugo di pomodoro, bottiglie di olio e colombe. I volontari ci salutano e ringraziano. Finita l’ultima consegna rientriamo in Caritas e ringraziamo i volontari che oggi ci hanno dato una mano.

Questo è il dono più bello e inaspettato del momento: una rete di persone molto diverse tra loro per età e provenienza che si sono subito messe in gioco con enorme disponibilità e slancio, tutte accomunate dal comune sentire che la carità non deve fermarsi.