Intitolata la Prima Accoglienza

Nel quarto anniversario dalla sua ordinazione il Vescovo Bodo riapre l’Accoglienza maschile e la Mensa

Giovedì 25 marzo alle ore 11 si è tenuta in forma ristretta, a causa delle limitazioni imposte dal Covid19, la riapertura della Casa di Prima Accoglienza in Corso Piemonte 63 della Caritas di Saluzzo.

La struttura, che offre 11 posti letto esclusivamente maschili insieme ad un servizio mensa, è stata intitolata per volere dell’episcopo a Mons. Diego Bona, Vescovo di Saluzzo prima di Mons. Guerrini. Bona, eletto nel 1994, restò a capo della Diocesi del Marchesato fino al compimento dei suoi 75 anni, quando rassegnò le dimissioni. Fino al 2002 fu anche presidente nazionale del movimento Pax Christi, fondato da don Tonino Bello.

Un’altra targa, oltre a quella scoperta in Corso Piemonte 63 è stata affissa di fronte alla sala polivalente in fondo al cortile dove si trova la piccola cappella utilizzata dalla Caritas nei mesi estivi sempre per volere di Mons. Bodo questa struttura è stata intitolata ad Anna Maria Busso Olivero che dal 2000 al 2009 è stata direttrice della Caritas Diocesana. La sua scomparsa a 86 anni ha suscitato grande commozione tra operatori e volontari che la ricordano per il suo lungo impegno a fianco delle persone in difficoltà.

Il Vescovo Mons Bodo commenta:

“La Caritas è la testimonianza concreta di una presenza reale al bisogno più semplice, ma più importante della persona umana: dare un tetto, dare la possibilità delle cose più essenziali, della famigliarità, quel sorriso, quel pasto, quella stanza per riposare, per riprendersi, per ritrovare quella dignità che tante volte viene calpestata e non sappiamo neanche il perché. Ringrazio tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno preso parte a questa Casa di Prima Accoglienza, a Luigi, alla Papa Giovanni.
Senza accorgercene abbiamo unito tre spiriti, ma simili: il Cenacolo e i frati che si rifanno a San Francesco hanno il medesimo carisma che li unisce nel servizio verso coloro che hanno bisogno. Lo stesso pensiero di cui scriveva Mons. Bona nel suo testamento spirituale: “Chiedo perdono se non ho potuto aiutare gli ultimi degli ultimi”. Una grande Provvidenza per il nostro territorio e per la nostra Diocesi”.

Il direttore della Caritas, Carlo Rubiolo, sottolinea:

“L’apertura di questa Casa è stata possibile grazie alla collaborazione di tante realtà e istituzioni. Ringrazio l’Associazione Papa Giovanni XXIII, in particolare Luigi Celona, che ha gestito la struttura in precedenza e il nostro Vescovo che ci ha dato una spinta poderosa, costringendoci a ripensare la decisione di chiudere e ha iniziato a tessere una rete di relazioni che hanno portato a questa giornata. Ringrazio il Convento di San Bernardino che ha deciso di inviarci Frate Andrea Nico Grossi che condividerà con noi questo cammino e la Comunità Cenacolo che con i suoi ragazzi ha trasformato questo luogo ripulendolo, ritinteggiandolo e risistemando l’esterno.
Ringrazio Don Giuseppe Dalmasso che ha permesso l’acquisizione di questo spazio polivalente in fondo al cortile, che è un altro segno in termini di accoglienza e di solidarietà.
Oggi, infatti, si procede a due intitolazioni che a noi sono molto care, di cui una, la sala polivalente ad Anna Maria Busso Olivero. L’ho incontrata la prima volta ai tempi della sua candidatura a sindaco di Saluzzo. Mi era apparsa una signora molto compita e fine. Ero rimasto colpito dal contrasto tra il suo salotto “quasi goldoniano” e la scelta di entrare nell’agone elettorale. Lo stesso contrasto che viveva come direttrice della Caritas: un contesto in cui bisogna venire in contatto con il “lato b dell’esistenza” (povertà, disagio, emarginazione) eppure lei sapeva guardarlo con grande intelligenza, eleganza, sensibilità”.

Alla cerimonia, unica autorità presente, il sindaco Mauro Calderoni che ha rappresentato l’istituzione con queste parole:

“Un momento importante per la città di Saluzzo che rinnova l’impegno della comunità ad accompagnare i propri concittadini nelle difficoltà che ci possono essere nella vita di ognuno di noi. Le interazioni tra gli organi istituzionali e il mondo del volontariato sono ormai diventati un’abitudine, così come il confrontarsi su tavoli trasversali dove sono diverse le sfaccettature da affrontare in periodi difficili come quello dell’inizio della primavera e l’arrivo dell’estate, quando il nostro territorio affronta la sfida dell’accoglienza legata all’economia locale che non ha dei paletti normativi prestabiliti. Con questo mi riallaccio all’opera di Monsignor Bona che verrà oggi ricordato e che si era ritrovato ad affrontare l’ondata migratoria albanese in un momento storico impegnativo per il nostro Paese. Se ripensiamo a quegli anni, quello che affrontiamo noi da una decina d’anni a questa parte è un compito meno impegnativo. Ho un ricordo personale anche di Anna Maria, io ho iniziato a far politica proprio durante la sua avventura nel 1995 quando, cambiata la normativa, ci fu per la prima volta l’elezione diretta del sindaco, lei seppe convogliare intorno a sé forze molto diverse dal punto di vista culturale, sociale, politico. La sua disponibilità a lavorare per gli altri la trasferì nel suo incarico in Caritas ed è quindi molto bello che venga ricordata così oggi”.

La targa a ricordo di Anna Maria Busso Olivero è stata scoperta del nipote 28enne Luca mentre Mons. Bodo ha donato un’icona del Buon Pastore alla Casa di Prima Accoglienza che per la sua gestione vedrà la sinergia tra operatori della Caritas, volontari dell’associazione Avass ODV e della Comunità Cenacolo che ha messo a disposizione tre persone per vivere nella struttura dando un servizio di supervisione.

La Mensa sarà gestita da Frate Andrea Nico Grossi, 51 anni, trasferitosi da Parma nella Comunità di San Bernardino. La struttura offrirà il pranzo anche a senza dimora e persone in difficoltà seguite dal Centro d’Ascolto della Caritas, con la possibilità di servire fino a 150 pasti nel cortile dove sono stati attrezzati tre grandi gazebo con panche e tavoli per garantire il distanziamento ed evitare il contagio.

Il Vescovo e il direttore della Caritas fanno appello alla generosità della comunità saluzzese che più volte nell’ultimo anno ha dimostrato la sua vicinanza alle persone colpite dalla crisi economica causata dalla pandemia.

Per chi volesse sostenere l’attività della Casa di Prima Accoglienza è possibile fare una donazione all’associazione Avass ODV con un bonifico all’IBAN IT73F0538746770000038005274. Per quanti (privati cittadini o aziende/supermercati/negozi) volessero donare cibo fresco/confezionato è possibile portarlo direttamente alla mensa in Corso Piemonte 63.


Intitolata a Mons. Bona l'accoglienza

Si è tenuta venerdì 19 nel Vescovado di Saluzzo, con diretta online sulla pagina Facebook della Diocesi di Saluzzo e su Zoom per i giornalisti, la conferenza stampa indetta dal Vescovo, Monsignor Cristiano Bodo, per aggiornare i media e la comunità pastorale sulle novità riguardanti iniziative legate ai beni culturali, ai cammini pastorali per i giovani, alle attività della Caritas e ai cantieri di restauro in corso.

INTITOLAZIONE DELLA CASA DI PRIMA ACCOGLIENZA

A proposito dell’intitolazione, che vedrà una cerimonia molto ristretta, giovedì 25 marzo alle 11 nel cortile di corso Piemonte 63, il Vicesindaco Franco Demaria è intervenuto dicendo:

“Ringrazio per la collaborazione e il legame che il Vescovo cerca di creare col territorio e tutto il Comune di Saluzzo. La riapertura del centro di accoglienza è estremamente importante. Riparte un percorso che ha affiancato il Comune per decenni. Un percorso non facile: ricordo da giovane assessore quando don Gullino si era impegnato in questa attività. Le preoccupazione di allora era per l’immigrazione degli albanesi e si ripete oggi per quella degli africani. C’è in realtà solo povertà che non è soltanto degli stranieri: gli utenti della Caritas sono anche italiani, persone che hanno perdono il lavoro, gli affetti. Mi piace che attorno al nuovo centro ci sia una collaborazione di gruppo, con l’Associazione AVASS, la Comunità Cenacolo e la comunità dei frati di San Bernardino. Mi ha aperto il cuore sapere che avete voluto dedicare il centro a Monsignor Diego Bona, un Vescovo che ha lasciato un grande ricordo così come Anna maria Busso Olivero: due persone esempi di disponibilità e generosità. Vi ringrazio perché come Diocesi e come Caritas siete sempre presenti ad aiutarci nelle difficoltà che affrontiamo giornalmente”.

 

Il Vescovo ha sottolineato :

“La struttura sarà dedicata a Monsignor Bona che spostò l’episcopio in corso Piemonte. Mi disse che lo fece perché pensava all’episcopio come luogo della cultura, della cura e della carità. Con questa intitolazione andiamo a   sottolineare una sua capacità: l’attenzione agli ultimi. Oltre alla Caritas, Mons Bona era infatti anche presidente di Pax Christi. Ricordarlo significa chiedere a lui di proteggere dal cielo gli ospiti e la struttura, fondamento della Caritas. Se non esiste prima accoglienza, come ci hanno insegnato santi e beati, non esisterebbe oggi la Caritas”.

 

Carlo Rubiolo, Direttore della Caritas :

“Quando qualche mese fa l’Associazione Papa Giovanni ci ha comunicato che doveva abbandonare la gestione della casa per motivazioni interne, mi ero quasi arreso all’idea di dover rinunciare ad una struttura come questa perchè le risorse umane della Caritas non potevano garantire una gestione simile. L’intervento del nostro Vescovo, che ha cominciato a tessere le sue relazioni, è riuscito a coinvolgere la Comunità Cenacolo, il convento di San Bernardino e alla fine siamo riusciti a trovare la soluzione per offrire la possibilità di dare accoglienza. I francescani hanno messo a disposizione Frate Andrea Nico Grossi che continua a svolgere la missione che già svolgeva a Parma, con la mensa. Mettendo insieme le risorse siamo riusciti a ripristinare la funzionalità di questa Casa anche se i numeri della sua capienza non sono elevati. È comunque un’offerta che risponde ad un bisogno effettivo e grave sul territorio. Per la sala che abbiamo in fondo al cortile, che è un crogiolo di iniziative e che viene usato per vari servizi, abbiamo pensato di intitolarlo ad Anna Maria Busso Olivero, direttrice dal 2000 al 2009 che continuerà a lasciare un segno anche con questa intitolazione”.

 

 

 


Chiusi per Covid Mobili e Ri-Vestiti

A partire dalla metà di marzo chiudono, in maniera temporanea, i servizi Ri-Vestiti e Mobili a causa del crescente rischio di contagio da Covid19. Ringraziamo tutti i nostri volontari e le nostre volontarie che in questi mesi di pandemia hanno continuato a portare avanti questi servizi.

Cos'è il servizio Ri-Vestiti

All’interno della "boutique" Ri-Vestiti (in Via Volta 8), coordinata da Susanna Eandi, si trovano capi d'abbigliamento (donna, uomo e per bambini), che spaziano da foulard, sciarpe e guanti fino ad arrivare a pantaloni, giacconi, cappotti, vestiti da sera, tovaglie ricamate, asciugamani, borse, cappelli di ogni foggia.

Nella maggior parte dei casi si tratta di vestiti usati, arrivati alla Caritas attraverso il centro di raccolta in via Maghelona 7 (dove ha sede il Centro di Ascolto), in cui vengono selezionali per la distribuzione dalle volontarie del servizio, ma ci sono anche indumenti o oggetti nuovi regalati da negozi o da privati.

Al momento sono sospesi anche la raccolta di abbigliamento usato, così come la distrubuzione al Centro d'Ascolto in via Maghelona 7.

Cos'è il servizio Mobili

Il gruppo di volontari che fa capo a Silvano Boretta e Angela Forniglia, grazie alla messa a disposizione di un magazzino da parte della famiglia Frandino della Sedamyl, si è strutturato per portare a vanti un servizio di ritiro e recupero di mobili ancora in buono stato. Elettrodomestici, cucine, arredi vengono sistemati e donati a famiglie o persone seguite dal Centro d'Ascolto.


La Casa di Prima Accoglienza riapre

Sarà inaugurata giovedì 25 marzo alle ore 11 la rinnovata Casa di Prima Accoglienza in corso Piemonte 63 dove la Caritas di Saluzzo, per volontà del Vescovo, Monsignor Cristiano Bodo, ha riaperto il Dormitorio per l’accoglienza di persone indigenti, unito ad un servizio Mensa. Una nuova gestione che vedrà la collaborazione dell’Associazione AVASS, della Comunità Cenacolo e della comunità della comunità francescana di San Bernardino con Frate Andrea Nico Grossi a gestire il servizio Mensa.

Carlo Rubiolo, direttore della Caritas:

Dopo il cambio di gestione dall’Associazione Papa Giovanni XXIII alla Caritas direttamente il 25 marzo ci sarà l’inaugurazione della Casa di Prima Accoglienza che sarà intitolata a Mons. Bona (Vescovo di Saluzzo prima di Mons. Guerrini) e contemporaneamente una piccola cerimonia di intitolazione dello spazio polivalente nel cortile di Corso Piemonte 56 ad Anna Maria Olivero Busso che è stata in passato direttrice della Caritas per 10 anni.

La Casa di Prima Accoglienza è uno dei servizi più importanti della Caritas perché risponde ai bisogni di persone che si trovano in situazioni drammatiche non avendo un tetto sotto il quale trovare riparo. Per lo svolgimento del servizio dobbiamo ringraziare la generosità della Comunità Cenacolo che garantisce la vigilanza notturna e del Convento di San Bernardino che con Frate Andrea Nico Grossi assicura la presenza di una figura che gestirà la Mensa.

Facciamo appello alla generosità dei Saluzzesi che vorranno sostenere l’attività della Mensa con la donazione di prodotti alimentari. Saranno particolarmente graditi i prodotti dell’orto”.

Lo stesso giorno, 25 marzo, coincide con il quarto anno di insediamento a Saluzzo di Monsignor Cristiano Bodo come Vescovo, che così commenta :

“La Caritas ha come vocazione che viene attinta proprio dal Vangelo, quella di dare il cibo, dove riposare, dove poter trovare abiti nuovi e poter curare il proprio corpo. È la vocazione del Buon Samaritano che ci interpella come Chiesa e come credenti. Questo è il profondo significato di continuare la missione della struttura che genericamente chiamiamo Dormitorio e la Mensa dei bisognosi, per rispondere al mandato di Gesù. La speranza che i giovani possano anche loro aggregarsi nelle diverse attività perché il Vangelo sia un Vangelo vivo, un Vangelo che si concretizza nelle scelte della vita. Ognuno si senta invitato a dare il proprio aiuto o contributo affinché questi ospiti che la Bibbia definisce Angeli accolti siano sostenuti da tutta la comunità diocesana”.

La Casa di Prima Accoglienza, intitolata a Mons. Bona, potrà ospitare 11 persone, tutti uomini, al secondo piano dove si trovano camere singole e doppie, servizi igienici, uno spazio lavanderia e una piccola stanza adibita a cappella per la preghiera. Al piano terreno si trovano il refettorio e la cucina dove saranno cucinati i pasti distribuiti agli ospiti del Dormitorio e a persone indigenti individuate dal Centro di Ascolto e dagli altri servizi Caritas, negli spazi del cortile esterno dove sono stati allestiti tre grandi gazebo per ottemperare alle restrizioni anti-Covid. Gli ospiti del Dormitorio potranno entrare la sera alle 20 per raggiungere il loro posto letto e uscire al mattino dopo la colazione, mentre la distribuzione dei pasti (pranzo e cena) avverrà esclusivamente all’esterno.

La Caritas interverrà con i suoi volontari mentre la Comunità Cenacolo assicurerà la presenza, anche in orario notturno, di due volontari tra i giovani e gli adulti che ha aiutato ad attraversare un percorso di cambiamento per contrastare dipendenze da alcol, droghe o gioco d’azzardo. A coordinare la Mensa, sarà Frate Andrea Nico Grossi, 51 anni, arrivato da Parma dove gestiva un servizio di distribuzione pasti da 150 coperti giornalieri.

 


Vota L'orto a vapore

Dal 7 al 18 marzo sarà possibile votare il progetto "L'orto a vapore" ideato dai giovani "Casettari" del cohousing "Casetta" che hanno partecipato al Concorso "Idee in movimento per il lavoro e la pastorale" del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica, edizione 2021.

Votando il progetto (che ha come partner l'Azione Cattolica, l'Azione Cattolica Ragazzi, la Pastorale Sociale e del Lavoro e la Caritas di Saluzzo) sarà possibile aiutare i ragazzi ad ottenere il punteggio necessario, tra altri 29 progetti, per realizzare il loro sogno che spiegano anche con un video

realizzato dai giovani Simone Alesso e Andrea Barra di Vi2O.

Il progetto vuole migliorare l'orto-giardino del cohousing per aprirlo ad esperienze di economia circolare e creativa, con laboratori e momenti formativi per imparare a coltivare, incentivando l'autoproduzione, uno stile di vita ecosostenibile e consapevole, con soluzioni alla portata di tutti. Un modo anche per far conoscere a nuovi giovani del territorio il cohousing "Casetta", la sua proposta di condivisione, volontariato e servizio in Caritas.

Il progetto si può votare sul sito : L'orto a vapore | Idee in movimento (azionecattolica.it)


La Caritas anima di ogni Chiesa

Intervento del nostro Vescovo, Monsignor Cristiano Bodo sul ruolo della Caritas.

Nella Genesi si legge che Dio, creando il mondo, vide che tutto era bello, che tutto era buono. L’origine del mondo e della sua bellezza consiste nel manifestare la bontà infinita di Dio. Dio pertanto creò l’uomo “a sua immagine e somiglianza”, chiamandolo ad entrare in comunione con il suo eterno pensiero di bontà e di amore.

Cristo è la manifestazione di questo amore eterno di Dio; per questo il buono fa binomio con il bello; se il bello ci fa buoni, a nostra volta diventiamo capaci di trasmettere bontà e dunque bellezza agli altri.

Ecco perché i laici cristiani hanno bisogno continuamente di convertirsi a Dio che è amore. Solo i cristiani impegnati nei diversi campi della nostra società mirano al cambiamento della vita per aderire a Cristo e diventano capaci di dono, in quanto entrano nell’orizzonte della carità verso il prossimo in modo da coinvolgere tutta la propria persona.

I laici cristiani diventano così collaborativi con il progetto di Dio, per far sì che Lui possa abitare nell’esperienza di ogni uomo. La miseria, l’indigenza per i cristiani vanno affrontate concretamente, cercando di condividere il “pane”, al fine di aprire la via nel segno della gratuità senza nulla pretendere in cambio.

Nella visione paolina di Chiesa, come descritta nella lettera ai Corinzi i carismi sono un “dono”, radicati nella gratuità dello Spirito e modellati sulla ministerialità di Cristo.  Ci sono, infatti, laici cristiani impegnati nell’azione politica; ci sono altri che amano Cristo mettendosi a disposizione degli ultimi; ci sono infinite modalità di risposte secondo i carismi ricevuti che diventano a loro volta dono.

L’amore per Dio e per il prossimo si richiamano vicendevolmente: l’uno autentica l’altro. Non c’è amore per Dio senza amore per il prossimo; e viceversa.

Lo diceva con efficacia Simone Weil: “L’amore per il prossimo è l’amore che scende da Dio verso l’uomo. Dio è ansioso di scendere verso gli sventurati, non appena un’anima, fosse anche l’ultima, la più miserabile, la più deforme, è disposta ad acconsentire, Dio si precipita in lei per poter guardare ed ascoltare gli sventurati”.

Come affermava Dostoevskji: “Chi conosce la carità si spinge negli estremi territori della pietà; disposto a perdersi pur di salvare una sola scintilla umana dalla rovina”.

Per questo auspico che la nostra “Caritas”, sia capace di rispondere alle esigenze e ai bisogni dei bisognosi della nostra diocesi e sia il cuore di ogni nostro progetto pastorale.

Vostro + Cristiano, Vescovo


Appello per i tanti profughi in Bosnia

Sono circa 8.000 i migranti in transito presenti in Bosnia e Erzegovina la cui vita è messa a rischio da pesanti violazioni dei diritti umani, in particolare nelle ultime settimane nella regione di Bihac, nel nord ovest del Paese, ai confini con la Croazia.

Di questi 5.000 sono accolti nei Centri di Transito e nei Campi, ma ce ne sono almeno 3.000 che dormono in edifici abbandonati, sistemazioni improvvisate, o all’aperto con temperature gelide.

Nell’area di Bihac, gli scontri a livello locale hanno portato le autorità politiche a chiudere repentinamente di uno dei principali Centri di Transito della zona, il campo Lipa, che ospitava circa 1.200 persone. A questo scenario si uniscono i violenti respingimenti alla frontiera ad opera della polizia croata nei confronti di chi prova a varcare il confine per entrare in Europa, lungo un percorso ribattezzato “the game”, il gioco.

Prassi violente già denunciate anche al Parlamento Europeo.

Il risultato di questa situazione è stata definita dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni una vera e propria “catastrofe umanitaria”, con 3.000 persone senza un posto dove stare, nel bel mezzo dell’inverno che negli ultimi giorni ha visto peggiorare le condizioni meteo con neve, temperature sotto lo zero e gelate notturne.

Caritas Italiana è presente nella maggior parte delle strutture di accoglienza per i migranti in Bosnia ed Erzegovina, tramite la rete della Caritas locale e le Caritas diocesane di Banja Luka, Mostar e Sarajevo, oltre al partenariato con la ong Ipsia-Acli.

Il direttore della Caritas di Saluzzo, Carlo Rubiolo, invita alla solidarietà: “In queste settimane in Bosnia migliaia di migranti, tra cui moltissimi bambini, sono bloccati ai confini con la Croazia senza alcuna possibilità di riparo dai rigori dell'inverno. Nessuna autorità governativa provvede a dare loro anche il più povero dei ricoveri e solo i contributi spontanei che giungono dall'estero consentono di fornire a quegli sventurati un po' di aiuto. La Caritas diocesana di Saluzzo ha fatto giungere il segno concreto della sua fraterna solidarietà mediante un versamento sull'apposito conto corrente aperto da Caritas Italiana. Chi volesse unirsi a noi, può contribuire con un bonifico sul conto corrente presso:

Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111, indicando come causale “Europa/ Rotta Balcanica”.

Ringrazio quanti vorranno raccogliere l'appello e contribuire ad alleviare tanta sofferenza”.


Mascherine donate dalla Finanza

È stato il direttore della Caritas, Carlo Rubiolo, a ricevere e ringraziare il Comando saluzzese della Guardia di Finanza che ha consegnato, la scorsa settimana,  alcune centinaia di mascherine del tipo FFP2.

“La donazione ha permesso di recuperare uno stock di dispositivi sequestrati ad un esercizio commerciale di Barge, perché non del tutto conformi alla normativa di certificazione prevista per i dispositivi individuali antiCovid, ma comunque del tutto efficaci per la protezione individuale.

Il materiale, anziché essere distrutto, è stato consegnato a Rubiolo dal Comandante Mario Moscardin, insieme al maresciallo della Tenenza di Saluzzo e a due agenti.

"Non è la prima volta che la Guardia di Finanza dona materiale sequestrato alla Caritas: una preziosa collaborazione che incrocia i suoi valori di lotta allo spreco e riutilizzo (ad esempio attraverso servizi come l’Emporio della Solidarietà e Ri-Vestiti), dando una seconda possibilità a ciò che viene “scartato”, come questi dispositivi che saranno impiegati a protezione di opera nei servizi Caritas a supporto delle famiglie e dei singoli sempre più colpiti dagli effetti economico-sociali della pandemia".


Cerchiamo giovani tirocinanti

La Caritas Diocesana di Saluzzo cerca 2 giovani tirocinanti mettendo a disposizione 1 posto nell’area comunicazione e 1 posto nei servizi di prima necessità. 

Per l’area comunicazione la Caritas di Saluzzo cerca un/una giovane tra i 20 e i 30 anni da inserire, per un minimo di 6 mesi con possibilità di proroga per altri 6, per 40 ore settimanali. Il tirocinio è retribuito secondo le normative regionali. La persona sarà inserita all’interno dell’équipe comunicazione che si occupa delle attività di ufficio stampa, gestione canali social e sito web, progettazione eventi e campagne di comunicazione e raccolta fondi. 

Si richiede diploma o laurea, competenza nell’utilizzo del web, del pc ed una minima competenza in almeno uno dei seguenti ambiti: 

- social media management
- videomaking (realizzazione riprese e montaggio video/audio) - scrittura testi / copywriting / scrittura giornalistica
gestione piattaforma Wordpress
- fotografia 

Si cerca una persona motivata a fare un’esperienza formativa, propositiva e capace di lavorare in gruppo, puntuale nel rispetto delle consegne e interessata ad approcciarsi alla comunicazione sociale. 

Per candidarsi, inviare curriculum e una lettera di presentazione / motivazionale all’indirizzo info@caritassaluzzo.it all’attenzione di Anna Cattaneo, responsabile dell’équipe comunicazione. 

Le candidature vanno inviate entro il 30 GENNAIO 2021. 

Un altro posto di tirocinio è invece indirizzato ad un/una giovane tra i 18 e i 35 anni da inserire per 6 mesi a supporto dei servizi di prima necessità (Centro di Ascolto, Emporio della Solidarietà, Distribuzione Abiti e Ri- Vestiti, Servizio Mobili...) per 40 ore settimanali. Il tirocinio è retribuito secondo le normative regionali. 

La persona sarà inserita all’interno dei servizi Caritas che si occupano di erogare beni di prima necessità, offrire assistenza e ascolto a famiglie e singoli in situazioni di fragilità. Per questo motivo si cerca una persona predisposta al lavoro manuale e in gruppo, capace di relazionarsi con persone che vivono in condizioni di disagio, interessata ad un’esperienza in cui mettersi al servizio del prossimo in modo concreto e collaborativo. Si richiede la patente di tipo B. 

Per candidarsi, inviare curriculum e una lettera di presentazione / motivazionale all’indirizzo info@caritassaluzzo.it all’attenzione di Alessandro Armando.

Le candidature vanno inviate entro il 30 GENNAIO 2021