Esperienze con il progetto Apri (1)

Anche la Caritas di Saluzzo ha attivato il progetto “Apri”, avviato a livello nazionale nel 2020 da Caritas Italiana grazie ai fondi CEI. Ad oggi “Apri” coinvolge 50 Diocesi, 500 accoglienze e circa 200 famiglie tutor con l’obiettivo di creare migliori condizioni di inclusione per migranti già presenti sul territorio da tempo in Italia, che necessitano di rafforzare il loro percorso di autonomia, oltre a sensibilizzare le comunità all’accoglienza.

A Saluzzo la Caritas ha accolto la visita di Paolo Pagani di Caritas Italiana, referente del progetto “Apri” per il Nord Italia, che ha incontrato le varie Diocesi coinvolte nella Granda per monitorare l’andamento del tutoraggio da parte di famiglie e singoli, il rapporto con i beneficiari, ragionare insieme rispetto agli accompagnamenti e capire come il progetto possa ulteriormente migliorarsi.

Accompagnato dagli operatori della Caritas di Saluzzo, Pagani ha incontrato diversi tutor volontari. Tra loro c’è Marisa, di Verzuolo, che ha aderito ad Apri per dare il suo supporto a J., giovane mamma originaria del Ghana, arrivata in Italia per un ricongiungimento con il marito che alcuni anni fa ha abbandonato lei e i figli di 6 e 8 anni.

Inizialmente la Caritas di Verzuolo, di cui Marisa è volontaria, ha dato loro un primo sostegno inserendo mamma e bimbi in un appartamento gestito dalla Cooperativa sociale La Tenda di Fossano, che si occupa dell’inserimento abitativo di persone fragili.

Oggi la priorità per J. è la ricerca di un lavoro che possa garantirle un’indipendenza economica e la possibilità di pagare un affitto. Nel frattempo sta seguendo il corso di livello A2 di italiano presso il C.P.I.A. di Verzuolo e vorrebbe iscriversi ad un corso di formazione professionale per avere qualche chance in più nella ricerca di un lavoro.

Grazie ad “Apri” è stato possibile acquistare per J. un tablet che ha aiutato i suoi bambini nella didattica a distanza e prossimamente Marisa la aiuterà ad iscriverli ad un corso sportivo per socializzare con altri coetanei e dare la possibilità a J. di avere qualche ora a disposizione per la ricerca del lavoro.

Marisa descrive così la sua esperienza di tutor in “Apri”:

Quello che mi stupisce di J. è il suo grande impegno ed è quello che mi sprona ad aiutarla. Quando le si dà una possibilità, ce la mette tutta, ma proprio tutta. É una gran lavoratrice, una donna che non ha paura di faticare, anche fisicamente, ma al di là del lavoro agricolo non ha mai avuto altre esperienze.

L’ho conosciuta tramite il Centro d’Ascolto della Caritas di Verzuolo, quando il marito è sparito e lei si è ritrovata senza casa, senza soldi, con due bambini piccoli. Eppure anche in quella situazione, lei non si è lasciata abbattere dalle difficoltà, trasmettendo la sua grande energia attraverso una visione alta della vita.

Per me “Apri” è soprattutto l’incontro con una persona che ti apre la mente perché, prima, ti ha aperto il cuore.

 

Paolo Pagani commenta il progetto “Apri”:

L’idea, come dice Marisa, è proprio quella di contaminarsi attraverso le conoscenze.

Il valore aggiunto importante di Apri è la relazione tra persone perché fino a quando un migrante sta nei centri d’accoglienza trova educatori, assistenti sociali, Questura, anagrafetutti operatori dedicati ad una relazione d’aiuto. La relazione che invece si viene a creare in “Apri è una rapporto in cui non ci sono “gerarchie” o forme di potere, dove ci si sente sullo stesso piano. Per un migrante è importante avere dei rapporti con persone che lo aiutano gratuitamente, non perché devono, non perché sono pagate o ci guadagnano qualcosa. Questo è l’aspetto che cambia la vita di queste persone e quanto stiamo raccogliendo dai tutor in giro per l’Italia: il valore della relazione nel rapporto tra pari.

Elena Gallamini, operatrice della Caritas di Saluzzo, che segue questo progetto:

Ho visto un grande cambiamento nei 9 beneficiari coinvolti in “Apri”: essere soli in un territorio, psicologicamente rappresenta un ostacolo per un migrante, ma il solo fatto di avere qualcuno al quale rivolgersi aiuta a  sentirsi  più forti perché ci si sente parte della comunità in cui si vive.

Leggi l’esperienza di Giulia – Esperienze con il progetto Apri (2) – Caritas Saluzzo

Leggi l’esperienza di Enzo Paolo – Esperienze con il progetto Apri (3) – Caritas Saluzzo