I fondi 8xmille 2020 in Emporio

Uno dei servizi sostenuti dai fondi dell'8xmille CEI nel 2020 e di particolare importanza per la Caritas e i suoi utenti è stato l'Emporio della solidarietà, aperto due volte a settimana, il lunedì pomeriggio e il venerdì mattina in piazza Vineis, in pieno centro a Saluzzo.

Questo servizio viene coordinato dal sig. Spirito Gallo che collabora con altri trenta volontari nella preparazione e distribuzione di prodotti alimentari freschi e confezionati, detergenti e prodotti per l'igiene personale.

Le persone che usufruiscono di questo servizio vengono prima colloquiate dai volontari del Centro di Ascolto e ricevono una tessera a punti che permette di monitorare la qualità e la tipologia di beni distribuiti (specie per quelli più difficili da reperire tramite le sole donazioni da privati, esercizi commerciali e grande distribuzione che purtroppo non sono in grado di soddisfare le richieste di sostegno alimentare).

Il servizio è stato aperto nel 2016 su stimolo dell'allora Vescovo mons. Guerrini, che accolse l’iniziativa nazionale della Caritas Italiana. Oggi l'Emporio della Solidarietà è inserito nella rete territoriale "Empori In Rete" (www. emporinrete.it) per promuovere la conoscenza di questo servizio e dialogare con le altre realtà caritative della provincia Granda che a vario titolo si occupano di solidarietà alimentare, recupero e lotta allo spreco.

Il contributo dell'8xmille CEl nel 2020 ha permesso di far fronte ad una situazione, legata alla pandemia, che ha visto questo servizio in prima linea nel rispondere ad esigenze alimentari e di supporto che sono decisamente aumentate nella popolazione del territorio diocesano. L'Emporio della Caritas di Saluzzo ha registrato un notevole aumento del numero di persone assistite, in conseguenza dei riflessi socio-economici della pandemia.

Prima dell'emergenza da Covid19, l'Emporio distribuiva borse viveri circa 180 famiglie cioè circa 450 persone. Normalmente ad ogni apertura (due volte la settimana) si presentavano 35-45 persone che ritiravano 2 borse per famiglia.

Dall'inizio della pandemia (marzo 2020), i volontari si sono organizzati distribuendo una borsa preconfezionata con i prodotti più richiesti e una seconda con quelli richiesti dalla singola famiglia.

Il numero dei nuclei assistiti è passato a circa 240 (pari a circa 600 persone). Ad ogni apertura (il lunedì pomeriggio e il venerdi mattina) si presentavano in media dalle 60 alle 90 persone alle quali venivano consegnate 120-180 borse. Considerando un peso medio della borsa sui 6 kg, ad ogni apertura sono state consegnate mediamente 150 borse per 6 kg cioè 900 kg di prodotti distribuiti.

I servizi della Caritas non si sono fermati nei mesi della prima ondata nel rispetto delle misure di prevenzione del contagio, per continuare a dare sostegno ai più fragili. Nel 2020 all'Emporio sono state rilasciale 330 tessere che corrispondono ad altrettante famiglie, per un totale di 975 persone. Il totale dei prodotti distribuiti corrisponde a 80 tonnellate, per un valore commerciale di circa 100.000 euro, registrando 4.700 passaggi.

Nel periodo in cui è scoppiata la pandemia, in particolare nei mesi di marzo e aprile 2020, sono tanti i giovani che hanno risposto all’appello rivolto dall'allora Direttore don Giuseppe Dalmasso, per diventare “Corrieri della Carità” cioè distribuendo direttamente a casa le borse con prodotti alimentari e beni di prima necessità a chi (anziani, malati, persone in isolamento per il Covid) non poteva uscire di casa e raggiungere l'Emporio di persona.

Spirito Gallo, volontario referente dell'Emporio della solidarietà, ad un anno dalla pandemia spiega:

«Il nostro Emporio è nato principalmente con i contributi che la Diocesi ha destinato dall'8xmille. Quasi 5 anni fa, in occasione della chiusura dell'Anno Giubilare della Misericordia, l'allora Vescovo monsignor Guerrini ha dato il via all'attività dell'Emporio. Il fine era proprio quello di creare qualcosa che, seguendo le indicazioni del Santo Padre, durasse nel tempo portando il valore della Misericordia.

Nel novembre del 2016 noi volontari ci siamo impegnati nel curare e gestire questo Emporio per offrire un aiuto temporaneo ai nostri assistiti. L'Emporio non deve essere un vitalizio: purtroppo constatiamo che in alcuni casi la nostra attività risulta indispensabile anche per un periodo esteso di più anni.

In concomitanza con l'emergenza sanitaria dello scorso anno, abbiamo tenuto aperto tranne durante la prima settimana di lockdown, ma con degli accorgimenti in più.

Oggi abbiamo cambiato la modalità di distribuzione: le persone entrano nel locale allestito come una sorta di mini-market, si servono di quanto hanno bisogno, scalando i punti dalla tessera. A ciascun nucleo vengono infatti assegnati un tot punti al mese in base ai componenti della famiglia. Il pagamento è di conseguenza virtuale e viene effettuato attraverso i punti caricati sulla tessera definendo così un limite di distribuzione.

Durante il primo lockdown, con l'aiuto dei volontari dell'Emporio, dei Corrieri della Carità e della Caritas nel suo insieme, abbiamo anche consegnato a casa pacchi pieni di alimenti. Al momento abbiamo ancora dei casi di famiglie che non possono venire in Emporio per limitazioni fisiche, ai quali continuiamo a consegnare i prodotti a casa.

Abbiamo una buona disponibilità di volontari e la Diocesi ci fornisce quello che occorre, soprattutto grazie ai fondi dell'8xmille. Questi fondi ci sono serviti soprattutto per sostenere l'acquisto di prodotti durante la pandemia, ma anche per continuare a garantire quella parte di alimenti che il Banco Alimentare non ci può fornire (un buon 50%).

La restante parte è costituita dai prodotti in scadenza nei supermercati (Lidl e Mercatò) e dalla frutta che è offerta dalle aziende del territorio, oltre alle offerte in denaro donate mensilmente da privati che sostengono la nostra attività».


Torna la colletta alimentare

Sabato 15 maggio, per il secondo anno, si rinnova l’appuntamento solidale con la colletta alimentare straordinaria, lanciata dal Comune di Saluzzo insieme al Consorzio Monviso Solidale, alla Caritas Diocesana di Saluzzo e a quelle di Verzuolo e della Valle Po, all’Associazione Papa Giovanni XXIII. L’iniziativa è sostenuta anche dai Comuni di Revello e Verzuolo.

Lo scorso anno, a giugno, furono raccolti 15 quintali di prodotti alimentari e beni di prima necessità a sostegno di quanti erano stati colpiti economicamente e non solo dal primo lockdown dovuto alla pandemia. Dopo un anno, l’invito alla comunità saluzzese è di tornare ad impegnarsi per sostenere anziani, famiglie, persone sole che stanno ancora faticando a riprendersi dalle conseguenze sociali, sanitarie ed economiche del Covid 19. Sono infatti le fasce più deboli della popolazione che, colpite dal virus, hanno incontrato nuove povertà, ma soprattutto le difficoltà hanno colpito anche persone finora estranee alla povertà. Volti che non si erano mai affacciati prima agli sportelli sociali del Consorzio Monviso Solidale oppure ai Centri di Ascolto delle Caritas, hanno portato ad affiorare un nuovo disagio, che si intreccia alla crisi sanitaria e chiama la collettività ad un nuovo sforzo, ad un rinnovato impegno affinché la ripartenza sia, per molti concittadini, meno faticosa.

Torna quindi l’invito per tutta la giornata di sabato 15 maggio a recarsi nei supermercati dove sarà possibile donare parte della propria spesa, presso i punti di raccolta allestiti dai volontari del Comune di Saluzzo, delle Caritas e dell’Associazione Papa Giovanni.

Di seguito l’elenco dei punti vendita aderenti.

Mercatò Extra - via Lattanzi 29 - SALUZZO

Mercatò - via Circonvallazione 27 - SALUZZO

MD - piazza XX Settembre 3 - SALUZZO

Prestofresco via delle Tramvie 3A (angolo piazza XX Settembre) - SALUZZO

Prestofresco - via Spielberg 19 - SALUZZO

Albertengo Market - piazza San Rocco 23A - REVELLO

Ok Market - via Villanovetta 7 - VERZUOLO

Supermercato U2 - piazza Martini della Libertà 4A - VERZUOLO

 

Ogni donazione è importante, in particolare i prodotti più utili in questo periodo sono olio di oliva e di semi, caffè, zucchero, tonno, uova, latte, carne in scatola, detersivo liquido per il bucato e i piatti, carta igienica, dentifricio, saponette.

È possibile sostenere l’iniziativa anche come volontari per la giornata della colletta: è sufficiente contattarela Caritas diocesana di Saluzzo scrivendo a info@caritassaluzzo.it (riferimento: Alessandro), la Caritas parrocchiale di Verzuolo e quella della Valle Po, segnalando la propria disponibilità. I gruppi di volontari saranno organizzati su turni per la mattinata e il pomeriggio.

Tutte le donazioni ricevute saranno consegnate all’Emporio della Caritas di Saluzzo (in piazza Vineis) e distribuite anche alle famiglie seguite dall’Associazione Papa Giovanni XIII, mentre le donazioni raccolte a Verzuolo e a Revello saranno gestite direttamente dalle Caritas parrocchiali e distribuite alle famiglie e alle persone che ne faranno richiesta.

Mauro Calderoni, Sindaco di Saluzzo:

“Dall’inizio della pandemia la comunità saluzzese, già normalmente molto solidale, ha dato vita ad uno sforzo eccezionale per aiutare i più fragili. Con la colletta alimentare straordinaria si può dare un contributo molto concreto che viene immediatamente messo a disposizione di chi ha più bisogno, attraverso il sistema ormai consolidato dell’Emporio gestito dalla Caritas. Ringrazio fin da ora coloro che vorranno farsi parte attiva in questa giornata di solidarietà, sia come volontari addetti alla raccolta, sia donando i prodotti quando andranno a fare la spesa”.

Spirito Gallo, referente dell’Emporio della Solidarietà di Saluzzo:

“Il 50% dei prodotti dell’Emporio della Solidarietà proviene dal Banco alimentare, tranne olio, caffè, zucchero e uova perché seguono percorsi lunghi di produzione e distribuzione, rischiando di compromettere la qualità del prodotto o per i quali non riusciamo a soddisfare le richieste con i nostri acquisti. Ci sembra giusto non far mancare le uova, un alimento completo ed economico. Parlando invece di prodotti non alimentari, spesso qui arrivano famiglie anche numerose per le quali è importante riuscire a fornire anche detersivi e prodotti per l’igiene, soprattutto dei bambini. Cerchiamo di distribuire i prodotti minimi garantiti per una famiglia, aiutandola a vivere in modo decoroso. La colletta dell’anno scorso è arrivata a 10-15 quintali, alimentando l’Emporio per qualche settimana. Spero che quest’anno la generosità di tanti saluzzesi ci aiuti a raggiungere almeno lo stesso buon risultato”.


Imparare con il progetto "Apri"

Tra gli 11 beneficiari e una ventina di tutor del progetto “Apri” promosso dalla Caritas di Saluzzo c’è anche L.,  30enne della Costa d’Avorio che Mattia e Alessandra, entrambi insegnanti e genitori di due bimbe, hanno incontrato dopo aver accettato la sfida di mettersi in gioco in quella che per loro è la prima esperienza di volontariato.

Il progetto “APRI”, accolto dalla Caritas diocesana, è una iniziativa più ampia, nazionale, avviata nel 2020 da Caritas Italiana su fondi CEI. Ad oggi coinvolge 50 Diocesi, 500 migranti e circa 200 famiglie tutor con l’obiettivo di creare migliori condizioni di inclusione per persone già presenti sul territorio da tempo, che necessitano di rafforzare il loro percorso di autonomia, oltre a sensibilizzare le comunità all’accoglienza.

La durata del progetto, inizialmente di 6 mesi, è stata prorogata per tutto il 2021 e proseguirà anche il prossimo anno per permettere, visti i rallentamenti causati dal Covid, di continuare i percorsi di integrazione avviati a partire dall’idea del “buon vicinato”.

L. è uno dei beneficiari coinvolti dalla Caritas di Saluzzo che lo conosce dal 2018 attraverso l’attività del Presidio “Saluzzo Migrante”. Grazie ad "APRI"  è stato affiancato da un'operatrice per seguire il rapporto con i suoi tutor e Caritas Italiana. Cresciuto in una famiglia di agricoltori, dopo aver lavorato nelle piantagioni di cacao (di cui la Costa d’Avorio è il primo produttore mondiale), è stato costretto ad abbandonare i terreni della famiglia e a rimediare un altro lavoro. È stato così che, in società con un amico, ha avviato una piccola attività come autista di un pulmino-navetta per portare gli abitanti dei villaggi al mercato cittadino.

Il suo arrivo in Italia, dove è passato prima a Siena poi a Saluzzo, è stato preceduto da un estenuante viaggio attraverso la Libia e di lì il viaggio su un barcone lungo la rotta del Mediterraneo. Nel suo percorso verso l’Italia ha subito un trauma che gli ha compromesso la vista ad un occhio: nonostante una successiva operazione è riuscito a recuperare solo parzialmente la capacità visiva. Il progetto "APRI", dopo un controllo specialistico, gli ha permesso di acquistare un paio di occhiali da vista con lenti su misura che compensano la carenza dell'occhio danneggiato, garantendogli l'idoneità alla visita medica per l'esame di guida. Una volta ottenuta la residenza a Saluzzo (e di conseguenza la carta d’identità), si è iscritto al corso per la patente. Oggi L. vive in un’azienda agricola locale dove lavora in attività di potatura, posa delle reti antigrandine e, in estate, nella raccolta di piccoli frutti e pesche.

Grazie al progetto “APRI” ha ricevuto un computer per studiare ed esercitarsi con i quiz per la patente, traguardo indispensabile per cambiare lavoro. Tra i suoi obiettivi a lungo termine, racconta, c’è infatti quello di avviare le pratiche per il ricongiungimento familiare con la moglie e la figlia che non vede da quattro anni.

Per raggiungere questi traguardi, L. spiega con gratitudine l’importante contributo che il progetto “APRI” e l’affiancamento di Mattia e Alessandra gli hanno dato. Anche i suoi tutor dicono di aver imparato molto da questa esperienza:

“La grande ambizione di L. nel perseguire i suoi obiettivi ci ha mostrato il vero significato della parola determinazione. Pur non sapendo leggere, in questi ultimi mesi ha fatto passi da gigante nello studio della teoria per la patente, migliorando la sua conoscenza dell’italiano. Siamo sicuri che grazie alla sua perseveranza nello studio riuscirà a prendere la patente in tempi molto brevi”.

Mattia e Alessandra hanno scelto di mettersi in gioco nella loro prima esperienza di volontariato dopo essere venuti a conoscenza del progetto “APRI” attraverso un articolo di giornale:

“Abbiamo deciso di aprire la nostra famiglia a questa esperienza per dare una mano a qualcun altro; quello che ci è piaciuto subito del progetto “Apri” è l’idea di conoscere una persona in un ambiente familiare dando molto spazio alla relazione.

In questi tre mesi abbiamo notato in lui un cambiamento positivo legato a una maggiore apertura e confidenza nei nostri confronti. Ci auguriamo che per L. questa esperienza sia solo l’inizio di un futuro positivo in Europa, ricco di gioie e soddisfazioni che gli permettano di superare il suo passato e i traumi vissuti durante il viaggio verso l’Europa”.

Per la Caritas di Saluzzo il progetto “APRI", con la testimonianza dell’esperienza di Alessandra e Mattia, rappresenta un’occasione per rilanciare la proposta a singoli e famiglie saluzzesi di candidarsi come tutor, dando il loro supporto per sviluppare una rete di accoglienza coesa ed efficace, rendendo così la comunità ancora più inclusiva.

Per informazioni sul progetto : info@caritassaluzzo.it

 


Coltivare Cittadinanza

Quest'anno la nostra Caritas si sperimenta in un progetto educativo che abbiamo chiamato "Coltivare Cittadinanza" grazie al sostegno della Fondazione CRT. Il progetto coinvolge le classi Terza A e Quarta A del Liceo Bodoni di Saluzzo.

Il progetto è iniziato ad aprile con una serie di incontri online, con operatori e volontari, per presentare storia, valori e servizi della Caritas di Saluzzo.

L'obiettivo del progetto è quello di far crescere la consapevolezza nei giovani di come i valori costituzionali possano trovare piena attuazione se si diventa cittadini attivi. Inoltre speriamo di stimolare il volontariato giovanile, anche attraverso un impegno in prima persona nei servizi Caritas che, speriamo, possano far incontrare ai ragazzi persone, storie, mondi paralleli, che forse non avrebbero mai incontrato, ma che fanno parte del loro territorio.

Per questo il progetto si è collegato anche all'iniziativa "Alimentiamo relazioni" del Forum del Volontariato, ospitando la testimonianza di Paola Gatti e Rossella Friso.

I temi trattati nel corso degli incontri sono l'Economia Circolare (con un approfondimento relativo a servizi della Caritas quali Emporio della Solidarietà, Ri-Vestiti, Casa di Prima Accoglienza - dormitorio e mensa);
il progetto Presidio Saluzzo Migrante (bracciantato agricolo straniero nel Saluzzese, lotta allo sfruttamento e al caporalato attraverso le attività del Presidio); i giovani e l'Abitare (cohousing, in particolare i progetti Casetta, Abité e l’abitare il territorio in modo autonomo, condiviso, solidale e sostenibile).

Filo conduttore di tutti gli incontri è l'educazione civica che viene ripresa anche con il collegamento ad articoli della Costituzione presenti sulle copertine dei quaderni realizzati dalla grafica Valeria Cardetti e consegnati ai giovani studenti interessati a fare volontariato in Caritas. Un piccolo "diario di bordo" che sarà utilizzato per una rielaborazione artistica del loro percorso di conoscenza della realtà Caritas e delle fragilità presenti sul territorio di cui si occupa.

 


Entra nella Casetta!

A Saluzzo c’è una casa che inizia proprio dove i binari della ferrovia finiscono.
Qui la Caritas di Saluzzo ha deciso di iniziare un progetto per i giovani, costruendo un luogo in cui si potesse iniziare un cammino verso l’indipendenza.

Sono passati due anni da quando la “Casetta” in via Savigliano 30 ha accolto i suoi primi inquilini e da quel momento, per tutto l’anno, giovani hanno potuto vivere, per lunghi o brevi periodi, un’esperienza di crescita e condivisione nuova.

Anche quest’estate, la “Casetta” cerca nuovi inquilini trai i 18 e i 30 anni che abbiano voglia di abitare nel cohousing per un periodo che va da un minimo di 3/4 settimane a 3 mesi (dal primo giugno al 30 settembre).

La "Casetta" è divisa in due piani:

- al piano terra si trovano la cucina comune, un bagno e una camera da letto che può avere un uso polivalente (coworking, ospitalità...)
- al primo piano ci sono tre camere da letto e un bagno

Il “cuore” della Casetta è l’orto-giardino sul retro, in cui nel corso delle estati passate i giovani del cohousing hanno proposto serate di cinema, teatro, dibattiti...

Vivere in “Casetta” significa condividere tempo e valori: agli inquilini viene chiesto di partecipare come volontari alle attività promosse dai diversi Servizi della Caritas, creare momenti di convivialità, progettare iniziative e attività aperte al territorio. 

La vita in “Casetta” è improntata ad uno stile eco-friendly e sostenibile nei consumi: il progetto chiede agli inquilini una particolare attenzione alla raccolta differenziata dei rifiuti, all’impatto dei consumi (ad esempio acquistando attraverso Gruppo di Acquisto Solidale, Botteghe locali e del commercio equo...) .

In cambio il progetto offre un affitto calmierato, in base alle possibilità di ciascuno (studente/studentessa, lavoratore/lavoratrice, disoccupato/disoccupata).

VUOI ENTRARE IN CASETTA?

Manda la tua candidatura entro il 15 maggio 2021 

con una mail all’indirizzo : info@caritassaluzzo.it

Invia una breve mail di presentazione (con nome cognome, età, contatto telefonico, impegni di studio o lavoro) e le motivazioni che ti spingono a candidarti.


Intitolata la Prima Accoglienza

Nel quarto anniversario dalla sua ordinazione il Vescovo Bodo riapre l’Accoglienza maschile e la Mensa

Giovedì 25 marzo alle ore 11 si è tenuta in forma ristretta, a causa delle limitazioni imposte dal Covid19, la riapertura della Casa di Prima Accoglienza in Corso Piemonte 63 della Caritas di Saluzzo.

La struttura, che offre 11 posti letto esclusivamente maschili insieme ad un servizio mensa, è stata intitolata per volere dell’episcopo a Mons. Diego Bona, Vescovo di Saluzzo prima di Mons. Guerrini. Bona, eletto nel 1994, restò a capo della Diocesi del Marchesato fino al compimento dei suoi 75 anni, quando rassegnò le dimissioni. Fino al 2002 fu anche presidente nazionale del movimento Pax Christi, fondato da don Tonino Bello.

Un’altra targa, oltre a quella scoperta in Corso Piemonte 63 è stata affissa di fronte alla sala polivalente in fondo al cortile dove si trova la piccola cappella utilizzata dalla Caritas nei mesi estivi sempre per volere di Mons. Bodo questa struttura è stata intitolata ad Anna Maria Busso Olivero che dal 2000 al 2009 è stata direttrice della Caritas Diocesana. La sua scomparsa a 86 anni ha suscitato grande commozione tra operatori e volontari che la ricordano per il suo lungo impegno a fianco delle persone in difficoltà.

Il Vescovo Mons Bodo commenta:

“La Caritas è la testimonianza concreta di una presenza reale al bisogno più semplice, ma più importante della persona umana: dare un tetto, dare la possibilità delle cose più essenziali, della famigliarità, quel sorriso, quel pasto, quella stanza per riposare, per riprendersi, per ritrovare quella dignità che tante volte viene calpestata e non sappiamo neanche il perché. Ringrazio tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno preso parte a questa Casa di Prima Accoglienza, a Luigi, alla Papa Giovanni.
Senza accorgercene abbiamo unito tre spiriti, ma simili: il Cenacolo e i frati che si rifanno a San Francesco hanno il medesimo carisma che li unisce nel servizio verso coloro che hanno bisogno. Lo stesso pensiero di cui scriveva Mons. Bona nel suo testamento spirituale: “Chiedo perdono se non ho potuto aiutare gli ultimi degli ultimi”. Una grande Provvidenza per il nostro territorio e per la nostra Diocesi”.

Il direttore della Caritas, Carlo Rubiolo, sottolinea:

“L’apertura di questa Casa è stata possibile grazie alla collaborazione di tante realtà e istituzioni. Ringrazio l’Associazione Papa Giovanni XXIII, in particolare Luigi Celona, che ha gestito la struttura in precedenza e il nostro Vescovo che ci ha dato una spinta poderosa, costringendoci a ripensare la decisione di chiudere e ha iniziato a tessere una rete di relazioni che hanno portato a questa giornata. Ringrazio il Convento di San Bernardino che ha deciso di inviarci Frate Andrea Nico Grossi che condividerà con noi questo cammino e la Comunità Cenacolo che con i suoi ragazzi ha trasformato questo luogo ripulendolo, ritinteggiandolo e risistemando l’esterno.
Ringrazio Don Giuseppe Dalmasso che ha permesso l’acquisizione di questo spazio polivalente in fondo al cortile, che è un altro segno in termini di accoglienza e di solidarietà.
Oggi, infatti, si procede a due intitolazioni che a noi sono molto care, di cui una, la sala polivalente ad Anna Maria Busso Olivero. L’ho incontrata la prima volta ai tempi della sua candidatura a sindaco di Saluzzo. Mi era apparsa una signora molto compita e fine. Ero rimasto colpito dal contrasto tra il suo salotto “quasi goldoniano” e la scelta di entrare nell’agone elettorale. Lo stesso contrasto che viveva come direttrice della Caritas: un contesto in cui bisogna venire in contatto con il “lato b dell’esistenza” (povertà, disagio, emarginazione) eppure lei sapeva guardarlo con grande intelligenza, eleganza, sensibilità”.

Alla cerimonia, unica autorità presente, il sindaco Mauro Calderoni che ha rappresentato l’istituzione con queste parole:

“Un momento importante per la città di Saluzzo che rinnova l’impegno della comunità ad accompagnare i propri concittadini nelle difficoltà che ci possono essere nella vita di ognuno di noi. Le interazioni tra gli organi istituzionali e il mondo del volontariato sono ormai diventati un’abitudine, così come il confrontarsi su tavoli trasversali dove sono diverse le sfaccettature da affrontare in periodi difficili come quello dell’inizio della primavera e l’arrivo dell’estate, quando il nostro territorio affronta la sfida dell’accoglienza legata all’economia locale che non ha dei paletti normativi prestabiliti. Con questo mi riallaccio all’opera di Monsignor Bona che verrà oggi ricordato e che si era ritrovato ad affrontare l’ondata migratoria albanese in un momento storico impegnativo per il nostro Paese. Se ripensiamo a quegli anni, quello che affrontiamo noi da una decina d’anni a questa parte è un compito meno impegnativo. Ho un ricordo personale anche di Anna Maria, io ho iniziato a far politica proprio durante la sua avventura nel 1995 quando, cambiata la normativa, ci fu per la prima volta l’elezione diretta del sindaco, lei seppe convogliare intorno a sé forze molto diverse dal punto di vista culturale, sociale, politico. La sua disponibilità a lavorare per gli altri la trasferì nel suo incarico in Caritas ed è quindi molto bello che venga ricordata così oggi”.

La targa a ricordo di Anna Maria Busso Olivero è stata scoperta del nipote 28enne Luca mentre Mons. Bodo ha donato un’icona del Buon Pastore alla Casa di Prima Accoglienza che per la sua gestione vedrà la sinergia tra operatori della Caritas, volontari dell’associazione Avass ODV e della Comunità Cenacolo che ha messo a disposizione tre persone per vivere nella struttura dando un servizio di supervisione.

La Mensa sarà gestita da Frate Andrea Nico Grossi, 51 anni, trasferitosi da Parma nella Comunità di San Bernardino. La struttura offrirà il pranzo anche a senza dimora e persone in difficoltà seguite dal Centro d’Ascolto della Caritas, con la possibilità di servire fino a 150 pasti nel cortile dove sono stati attrezzati tre grandi gazebo con panche e tavoli per garantire il distanziamento ed evitare il contagio.

Il Vescovo e il direttore della Caritas fanno appello alla generosità della comunità saluzzese che più volte nell’ultimo anno ha dimostrato la sua vicinanza alle persone colpite dalla crisi economica causata dalla pandemia.

Per chi volesse sostenere l’attività della Casa di Prima Accoglienza è possibile fare una donazione all’associazione Avass ODV con un bonifico all’IBAN IT73F0538746770000038005274. Per quanti (privati cittadini o aziende/supermercati/negozi) volessero donare cibo fresco/confezionato è possibile portarlo direttamente alla mensa in Corso Piemonte 63.


Intitolata a Mons. Bona l'accoglienza

Si è tenuta venerdì 19 nel Vescovado di Saluzzo, con diretta online sulla pagina Facebook della Diocesi di Saluzzo e su Zoom per i giornalisti, la conferenza stampa indetta dal Vescovo, Monsignor Cristiano Bodo, per aggiornare i media e la comunità pastorale sulle novità riguardanti iniziative legate ai beni culturali, ai cammini pastorali per i giovani, alle attività della Caritas e ai cantieri di restauro in corso.

INTITOLAZIONE DELLA CASA DI PRIMA ACCOGLIENZA

A proposito dell’intitolazione, che vedrà una cerimonia molto ristretta, giovedì 25 marzo alle 11 nel cortile di corso Piemonte 63, il Vicesindaco Franco Demaria è intervenuto dicendo:

“Ringrazio per la collaborazione e il legame che il Vescovo cerca di creare col territorio e tutto il Comune di Saluzzo. La riapertura del centro di accoglienza è estremamente importante. Riparte un percorso che ha affiancato il Comune per decenni. Un percorso non facile: ricordo da giovane assessore quando don Gullino si era impegnato in questa attività. Le preoccupazione di allora era per l’immigrazione degli albanesi e si ripete oggi per quella degli africani. C’è in realtà solo povertà che non è soltanto degli stranieri: gli utenti della Caritas sono anche italiani, persone che hanno perdono il lavoro, gli affetti. Mi piace che attorno al nuovo centro ci sia una collaborazione di gruppo, con l’Associazione AVASS, la Comunità Cenacolo e la comunità dei frati di San Bernardino. Mi ha aperto il cuore sapere che avete voluto dedicare il centro a Monsignor Diego Bona, un Vescovo che ha lasciato un grande ricordo così come Anna maria Busso Olivero: due persone esempi di disponibilità e generosità. Vi ringrazio perché come Diocesi e come Caritas siete sempre presenti ad aiutarci nelle difficoltà che affrontiamo giornalmente”.

 

Il Vescovo ha sottolineato :

“La struttura sarà dedicata a Monsignor Bona che spostò l’episcopio in corso Piemonte. Mi disse che lo fece perché pensava all’episcopio come luogo della cultura, della cura e della carità. Con questa intitolazione andiamo a   sottolineare una sua capacità: l’attenzione agli ultimi. Oltre alla Caritas, Mons Bona era infatti anche presidente di Pax Christi. Ricordarlo significa chiedere a lui di proteggere dal cielo gli ospiti e la struttura, fondamento della Caritas. Se non esiste prima accoglienza, come ci hanno insegnato santi e beati, non esisterebbe oggi la Caritas”.

 

Carlo Rubiolo, Direttore della Caritas :

“Quando qualche mese fa l’Associazione Papa Giovanni ci ha comunicato che doveva abbandonare la gestione della casa per motivazioni interne, mi ero quasi arreso all’idea di dover rinunciare ad una struttura come questa perchè le risorse umane della Caritas non potevano garantire una gestione simile. L’intervento del nostro Vescovo, che ha cominciato a tessere le sue relazioni, è riuscito a coinvolgere la Comunità Cenacolo, il convento di San Bernardino e alla fine siamo riusciti a trovare la soluzione per offrire la possibilità di dare accoglienza. I francescani hanno messo a disposizione Frate Andrea Nico Grossi che continua a svolgere la missione che già svolgeva a Parma, con la mensa. Mettendo insieme le risorse siamo riusciti a ripristinare la funzionalità di questa Casa anche se i numeri della sua capienza non sono elevati. È comunque un’offerta che risponde ad un bisogno effettivo e grave sul territorio. Per la sala che abbiamo in fondo al cortile, che è un crogiolo di iniziative e che viene usato per vari servizi, abbiamo pensato di intitolarlo ad Anna Maria Busso Olivero, direttrice dal 2000 al 2009 che continuerà a lasciare un segno anche con questa intitolazione”.

 

 

 


La Casa di Prima Accoglienza riapre

Sarà inaugurata giovedì 25 marzo alle ore 11 la rinnovata Casa di Prima Accoglienza in corso Piemonte 63 dove la Caritas di Saluzzo, per volontà del Vescovo, Monsignor Cristiano Bodo, ha riaperto il Dormitorio per l’accoglienza di persone indigenti, unito ad un servizio Mensa. Una nuova gestione che vedrà la collaborazione dell’Associazione AVASS, della Comunità Cenacolo e della comunità della comunità francescana di San Bernardino con Frate Andrea Nico Grossi a gestire il servizio Mensa.

Carlo Rubiolo, direttore della Caritas:

Dopo il cambio di gestione dall’Associazione Papa Giovanni XXIII alla Caritas direttamente il 25 marzo ci sarà l’inaugurazione della Casa di Prima Accoglienza che sarà intitolata a Mons. Bona (Vescovo di Saluzzo prima di Mons. Guerrini) e contemporaneamente una piccola cerimonia di intitolazione dello spazio polivalente nel cortile di Corso Piemonte 56 ad Anna Maria Olivero Busso che è stata in passato direttrice della Caritas per 10 anni.

La Casa di Prima Accoglienza è uno dei servizi più importanti della Caritas perché risponde ai bisogni di persone che si trovano in situazioni drammatiche non avendo un tetto sotto il quale trovare riparo. Per lo svolgimento del servizio dobbiamo ringraziare la generosità della Comunità Cenacolo che garantisce la vigilanza notturna e del Convento di San Bernardino che con Frate Andrea Nico Grossi assicura la presenza di una figura che gestirà la Mensa.

Facciamo appello alla generosità dei Saluzzesi che vorranno sostenere l’attività della Mensa con la donazione di prodotti alimentari. Saranno particolarmente graditi i prodotti dell’orto”.

Lo stesso giorno, 25 marzo, coincide con il quarto anno di insediamento a Saluzzo di Monsignor Cristiano Bodo come Vescovo, che così commenta :

“La Caritas ha come vocazione che viene attinta proprio dal Vangelo, quella di dare il cibo, dove riposare, dove poter trovare abiti nuovi e poter curare il proprio corpo. È la vocazione del Buon Samaritano che ci interpella come Chiesa e come credenti. Questo è il profondo significato di continuare la missione della struttura che genericamente chiamiamo Dormitorio e la Mensa dei bisognosi, per rispondere al mandato di Gesù. La speranza che i giovani possano anche loro aggregarsi nelle diverse attività perché il Vangelo sia un Vangelo vivo, un Vangelo che si concretizza nelle scelte della vita. Ognuno si senta invitato a dare il proprio aiuto o contributo affinché questi ospiti che la Bibbia definisce Angeli accolti siano sostenuti da tutta la comunità diocesana”.

La Casa di Prima Accoglienza, intitolata a Mons. Bona, potrà ospitare 11 persone, tutti uomini, al secondo piano dove si trovano camere singole e doppie, servizi igienici, uno spazio lavanderia e una piccola stanza adibita a cappella per la preghiera. Al piano terreno si trovano il refettorio e la cucina dove saranno cucinati i pasti distribuiti agli ospiti del Dormitorio e a persone indigenti individuate dal Centro di Ascolto e dagli altri servizi Caritas, negli spazi del cortile esterno dove sono stati allestiti tre grandi gazebo per ottemperare alle restrizioni anti-Covid. Gli ospiti del Dormitorio potranno entrare la sera alle 20 per raggiungere il loro posto letto e uscire al mattino dopo la colazione, mentre la distribuzione dei pasti (pranzo e cena) avverrà esclusivamente all’esterno.

La Caritas interverrà con i suoi volontari mentre la Comunità Cenacolo assicurerà la presenza, anche in orario notturno, di due volontari tra i giovani e gli adulti che ha aiutato ad attraversare un percorso di cambiamento per contrastare dipendenze da alcol, droghe o gioco d’azzardo. A coordinare la Mensa, sarà Frate Andrea Nico Grossi, 51 anni, arrivato da Parma dove gestiva un servizio di distribuzione pasti da 150 coperti giornalieri.

 


Vota L'orto a vapore

Dal 7 al 18 marzo sarà possibile votare il progetto "L'orto a vapore" ideato dai giovani "Casettari" del cohousing "Casetta" che hanno partecipato al Concorso "Idee in movimento per il lavoro e la pastorale" del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica, edizione 2021.

Votando il progetto (che ha come partner l'Azione Cattolica, l'Azione Cattolica Ragazzi, la Pastorale Sociale e del Lavoro e la Caritas di Saluzzo) sarà possibile aiutare i ragazzi ad ottenere il punteggio necessario, tra altri 29 progetti, per realizzare il loro sogno che spiegano anche con un video

realizzato dai giovani Simone Alesso e Andrea Barra di Vi2O.

Il progetto vuole migliorare l'orto-giardino del cohousing per aprirlo ad esperienze di economia circolare e creativa, con laboratori e momenti formativi per imparare a coltivare, incentivando l'autoproduzione, uno stile di vita ecosostenibile e consapevole, con soluzioni alla portata di tutti. Un modo anche per far conoscere a nuovi giovani del territorio il cohousing "Casetta", la sua proposta di condivisione, volontariato e servizio in Caritas.

Il progetto si può votare sul sito : L'orto a vapore | Idee in movimento (azionecattolica.it)